Scheda informativa
Esigenze
Periodo di fioritura
Caratteristiche
Piantare correttamente
Campanellino
Prima di tutto, occorre chiarire la differenza fra due fiorellini di fine inverno che vengono spesso confusi. Il bucaneve e campanellino sono infatti simili, ma se avete un dubbio, osservate la forma del fiore: il bucaneve (Galanthus nivalis) ha una corolla con petali appuntiti, mentre il campanellino (Leucojum vernum) ha fiori con petali tondeggianti e una puntina di colore verde. Entrambe le specie appartengono alla famiglia delle Amaryllidacee e sono presenti nella flora spontanea italiana. Il bucaneve è tra i primi ad apparire, e infatti sbuca anche dalla coltre nevosa, a fine inverno (già a gennaio nelle zone soleggiate). Il campanellino, invece, come il bucaneve sfida il freddo, ma preferisce aspettare che il terreno cominci a essere meno gelido e che il sole di fine febbraio possa scaldare il germoglio basale dal quale si alzano i graziosi fiori portati da steli flessuosi.
Questo piccolo presagio di primavera ha deliziato l'umanità fin da tempi lontani con i suoi delicati fiori bianchi, amati anche nell'antichità: ai fiori di fine inverno, infatti, venivano attribuiti valori importanti con il significato di rinascita e di forza; alle donne che partorivano figli a fine inverno venivano donati mazzolini di questi fiori per augurare il vigore e la salute nel neonato e della madre.
Chi ha la fortuna di veder sbocciare il campanellino selvatico potrà solo osservarlo e fotografarlo: è compreso nella flora protetta ed è vietato raccoglierlo, per consentirne la sopravvivenza in natura. Ma è molto facile coltivarlo e farlo sbocciare in giardino e in vaso acquistando e piantando i piccoli bulbi a fine estate: ecco come si fa.
In natura, i campanellini si sentono più a loro agio quando si trovano sotto gli alberi a foglie caduche o tra i cespugli. Le posizioni soleggiate in inverno sono quelle che consentono al fiore di produrre tante corolle già a gennaio-febbraio se la terra non è gelata e indurita.
Ai campanellini piace il terreno sempre leggermente umido, in questo modo il bulbo non si secca nemmeno durante i mesi estivi, così sarai ricompensato con bellissimi fiori nei mesi freddi. Tuttavia, va evitato il ristagno idrico. Di conseguenza, il substrato deve essere sciolto e ricco di humus in modo che l'acqua possa filtrare facilmente anche in presenza di forti piogge o neve. Evita anche i posti sotto le conifere, perché il substrato potrebbe essere troppo freddo e con pH troppo acido, caratteristica che non è apprezzata da questi piccoli araldi della primavera.
I bulbi di campanellino danno il meglio se vengono piantati all'inizio dell'autunno. Metti la “cipolla” in una buca profonda meno di 5 centimetri, con la punta rivolta verso l'alto. Il bulbo va poi ricoperto di terra sciolta e leggera, pressata leggermente, e annaffiata con moderazione. Dovrebbero esserci circa 10 centimetri tra ciascun esemplare. Questo permette al campanellino di diffondersi meravigliosamente: dopo qualche anno un tappeto di fiori bianchi abbellirà il tuo giardino.
Assicurati di piantare i bulbi subito dopo l'acquisto, poiché si asciugano e si disidratano molto rapidamente; se si sono già seccati, purtroppo non riusciranno a radicare e poi a crescere.
Se non hai un giardino a disposizione puoi anche piantare i bulbi in un vaso o in una ciotola e abbellire così il tuo terrazzo o balcone a fine inverno, anche in composizione con altre piante stagionali come i bucaneve, che potrebbero apparire prima, e i crochi, che in genere sbocciano da febbraio a marzo. I bulbi possono anche germogliare in vasi che ospitano viole, primule o giacinti (questi ultimi si apriranno solo a marzo) per avere composizioni che nell’arco di diverse settimane offrono piccole, deliziose sorprese di fioriture che sfidano il freddo.
Attenzione al drenaggio: in vaso, è indispensabile stendere sul fondo del contenitore uno strato di biglie d’argilla in modo da favorire il deflusso dell’acqua. Durante l’inverno il terriccio va innaffiato con moderazione solo se il vaso è in pieno sole e la terra si è completamente asciugata.
Utilizza COMPO Sana Terriccio universale di qualità per la piantagione dei bulbi: è un substrato che contiene già i necessari fattori nutritivi, senza bisogno di altre concimazioni.
MANTENERE CORRETTAMENTE
Le cure per il campanellino
Come tutte le bulbose che sbocciano a fine inverno, il campanellino ha moderate richieste in fatto di acqua: innaffia solo se il terriccio è completamente asciutto, cosa che può accadere più facilmente a fine estate-inizio autunno; in genere le piogge e l’umidità della stagione autunnale sono sufficienti, e in inverno se la terra è gelata meglio non innaffiare. A fine inverno dopo la fioritura provvederanno le piogge primaverili; in estate mantieni il substrato sempre leggermente umido ma non fradicio, sia in vaso che in giardino.
Meglio non eccedere con l’apporto di concimi perché una eccessiva quantità di nutrimento favorisce la produzione di foglie a scapito dei fiori. Se bulbi sono in vaso, puoi fornire un poco di concime liquido ogni 20 giorni in primavera in modo che il bulbo possa assorbire fattori nutritivi; non concimare in estate, il bulbo è in riposo.
La specie Leucojum vernum, il campanellino, è velenosa se ingerita in quanto contiene (specialmente le radici e le foglie) due tipologie di sostanze alcaloidi, la galanthamina )presente anche nel bucaneve) e la lycorina, che possono provocare vomito, capogiri, brividi, ma anche avvelenamento di una certa gravità).
Il campanellino non ha una lunga fioritura; se è in pieno sole i fiori sono molto grandi e belli ma durano poco; se è in ombra parziale ma luminosa, la fioritura è più lunga ma le corolle possono essere più piccole, anche se numerose. In questo periodo di bellezza, il campanellino viene visitato dai primi insetti e svolge quindi un ruolo importante nell’ecosistema.
Una volta terminata la fioritura, le foglie restano verdi per alcune settimane e scompaiono, afflosciate e secche, verso metà primavera. In questo momento di appassimento è importante non tagliare le foglie: il loro ruolo è quello di rifornire il bulbo di fattori nutritivi e si seccano quando, con l’arrivo dei primi caldi, le radici entrano nella fase di riposo.
Attenzione a non bagnare troppo per evitare che il bulbo marcisca. La piantina non è soggetta a parassiti, normalmente, ma a volte la mosca del narciso depone le sue uova sulla pianta e le larve crescono mangiando il bulbo; se noti che la piantina è debole e produce poche foglie prova a estrarre il bulbo per verificare che non sia infestato dalle larve di questo Dittero. In quel caso è bene aspettare che la pianta vada in riposo, poi prima dell’estate si estraggono i bulbi e si lasciano a bagno in acqua tiepida (45 °C) per un’ora, operazione sufficiente ad eliminare le larve. Una volta ben asciutti, si conservano in un sacchetto di carta e si ripiantano a fine agosto/settembre.
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