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Caratteristiche
Pianta di prugnolo selvatico: coltivazione e cura
Prugnolo
La pianta, spontanea in Italia, è nota con moltissimi nomi popolari: pruno selvatico, susino di macchia, sgancio, strozzapreti, susino selvatico e altro ancora. Da sempre utilizzato a scopo alimentare e terapeutico, vanta innumerevoli usi e tradizioni popolari. Oltre che per la bellezza selvaggia, la pianta è consigliabile per le siepi miste: le sue forti spine possono essere sfruttate come efficace barriera protettiva, i fiori attirano le api, i frutti nutrono gli uccelli selvatici… e anche gli umani. I deliziosi e numerosi frutti sono infatti utilizzabili per la preparazione di conserve, salse, gelatine e sciroppi. Anche i fiori sono commestibili e possono essere uniti alle insalate primaverili.
Il prugnolo era da sempre utilizzato nelle campagne non solo per dividere gli appezzamenti attirando le api, ma anche per altri scopi. La corteccia era utilizzata per tingere di rosso e marrone la lana. Il legno di tronco e rami, duro e resistente, è un ottimo combustibile e veniva impiegato anche per costruire cassette e mobili, per attrezzi agricoli e bastoni da passeggio.
Vuoi coltivare piante belle, naturali, tipiche delle nostre campagne e praticamente autosufficienti? Ecco per te una scelta intelligente: il prugnolo selvatico (Prunus spinosa), pianta assolutamente robusta: tollera la siccità e il sole cocente meglio del terreno umido e dell'ombra. Anche i forti venti non possono danneggiare l’albero: quasi nessun'altra pianta da giardino forma una rete di radici così forte, in grado di resistere anche in collina aggrappato a rocce e su scarpate. Se hai bisogno di rinforzare una zona di pendio che rischia di franare, il prugnolo è il candidato perfetto per questo ruolo.
Poiché resiste bene o anzi sembra preferire l’acqua e i terreni calcarei, è una scelta ideale in Pianura Padana e nelle zone dove il pH del terreno e dell’acqua di irrigazione è pari o superiore a 7, anche se accetta di vivere anche nei terreni tendenzialmente acidi, di poco inferiori a pH 7.
Per le sue caratteristiche di crescita, il prugnolo è ideale in giardino e non ha particolari esigenze di terreno; se acquisti la pianta in vasetto vivaistico puoi trapiantarla praticamente tutto l’anno salvo quando il terreno è gelato o nei giorni di punta del caldo estivo; per gli esemplari a radice nuda si consiglia la messa a dimora in autunno.
Prima di iniziare a trapiantare il giovane albero in un punto a tua scelta, ci sono alcune precauzioni che dovresti prendere, perché il prugnolo non è solo estremamente robusto, ma sa anche diffondersi in tutto il giardino con le sue forti radici. Pertanto non piantarlo vicino ad altri arbusti o alberi delicati; meglio utilizzarlo magari come esemplare singolo lontano da altre piante, oppure comporre un boschetto o una siepe con altre specie robuste. Arbusti come biancospino, piracanta, ligustro, buddleja, tasso e alloro sono ideali per questo. La distanza di piantagione dovrebbe essere di almeno 3 metri su tutti i lati.
Puoi provare a coltivarlo anche in vaso, o meglio in un grande contenitore ampio e profondo, ma in vaso la crescita e la fruttificazione saranno modeste.
Per l’impianto prepara un’ampia buca, disponendo sul fondo un poco di stallatico coperto da uno strato di terreno. Disponi un tutore per tenere la pianta fissa in sede nei primi due anni, poi potrai eliminarlo: la radicazione è rapida e solida.
I prugnoli sono ideali per comporre una siepe ecologicamente preziosa. Poiché l’albero cresce rapidamente ed in modo espansivo, è sufficiente piantare due esemplari per metro lineare.
La cura del prugnolo
MANTENERE CORRETTAMENTE
Grazie alle sue radici robuste, il prugnolo selvatico sopravvive a periodi di siccità quando è adulto. Nei primi mesi dopo il trapianto, ovviamente, è più sensibile e quindi non dovresti trascurare di annaffiare in primavera/estate. Anche la concimazione non è necessaria; può comunque essere utile fornire stallatico pellettato o sfarinato a fine inverno, interrandolo superficialmente intorno al tronco.
Non appena le bacche di prugnolo maturano, gli uccelli se ne ciberanno. Dai loro un piccolo vantaggio, perché le bacche sono troppo amare per gli umani prima dei freddi. Con il calo delle temperature, in ottobre le pareti cellulari diventano più permeabili e l'amido che contengono viene convertito in zucchero; le bacche hanno ancora un sapore piuttosto amaro, ma sono comunque adatte per la produzione di marmellata o succo. Per inciso, è consigliabile indossare i guanti durante la raccolta, per proteggersi dalle spine.
Affinché il prugnolo non cresca troppo e in modo disordinato, puoi potarlo ogni anno in autunno. Se desideri raccogliere frutti grossi, durante la potatura è necessario assicurarsi di diradare i rami che portano i frutti in formazione: questo è l'unico modo per garantire che le piccole prugne ricevano sufficiente luce solare, e con minore competizione per l’assorbimento dei fattori nutritivi, diventando quindi belle grosse e saporite.
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